23 dicembre 2020 - ore 13.30
Presentata la pubblicazione a cura del Comune di Chianciano Terme “Giugno 1794” di Alberto Fabbri
Dal rinvenimento della trascrizione di una lettera di Leonardo De Vegni nel periodico «Antologia Romana» del 1795 sotto il titolo “Meteorologia” ricostruito un altro tassello di storia locale
(Chianciano Terme) - Presentata, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso la Sala del Consiglio comunale (oggi) mercoledì 23 dicembre alle ore 11.00, la pubblicazione, a cura del Comune di Chianciano Terme, dal titolo “Giugno 1794. Da una memorabile lettera di Leonardo De Vegni” di Alberto Fabbri. Sono intervenuti, oltre all’autore della pubblicazione, Rossana Giulianelli, Vicesindaco e Assessore alla cultura del Comune di Chianciano Terme. La lettera, trascritta nel periodico «Antologia Romana» del 1795 sotto il titolo “Meteorologia” e rinvenuta da Filippo Alimenti, appassionato di storia locale, è stata scritta dal noto architetto italiano, nato a Chianciano Terme, Leonardo Massimiliano De Vegni ed è datata 8 luglio 1794. Questo rinvenimento ha permesso all’Avvocato Alberto Fabbri, che da tempo scrive di storia locale, di analizzare e commentare i contenuti che hanno a che fare con la strani e anomali fenomeni metereologici accaduti al tempo.
Nella pubblicazione viene analizzata la trascrizione di tre episodi metereologici, contenuti nella lettera scritta da Leonardo De Vegni, episodi “fuori dall’ordinario”, accaduti nel giugno del 1794, così sintetizzati nei titoli della volume di Fabbri: “Cadono pietre infuocate dal cielo (a Torrita di Siena)”; “Cadono chicchi di grandine grossi come noci (a Chianciano Terme)” e “Cade un fulmine nella chiesa: un morto e poi un altro (sempre a Chianciano Terme)”.
“Leonardo De Vegni è per noi chiancianesi una presenza costante e la curiosità intelligente dell’avvocato Alberto Fabbri, che ancora una volta ha dimostrato quanta ricchezza ci sia da scoprire, quanti segreti della nostra città si possano ritrovare e divulgare con uno stile impeccabile, sobrio e arguto, fa luce su un personaggio eclettico, moderno, geniale, il De Vegni - afferma Rossana Giulianelli, Vicesindaco e Assessore alla cultura del Comune di Chianciano Terme – che, seppur nato nel XVIII secolo e morto all’inizio del XIX, ha saputo incarnare perfettamente l’idea rinascimentale dell’artista, dello studioso a tuttotondo in grado di spaziare dagli studi di diritto all’architettura”.
“L’illustre cittadino chiancianese, uomo dal multiforme ingegno, fu anche un fine letterato e un attento cultore di linguistica, come testimoniano le oltre duecento lettere - come evidenziato negli atti del convegno su Leonardo De Vegni che si è tenuto a Chianciano Terme nel 1985 - indirizzate a personalità politiche, scienziati, autorità, e anche a persone comuni tutte redatte in ottimo stile e che evidenziano proprietà del linguaggio e degli argomenti trattati - afferma l’Avvocato Alberto Fabbri -. Da questo vasto epistolario è stata riportata alla luce casualmente una interessante lunga lettera inviata da Leonardo De Vegni da Chianciano l’8 luglio 1794 all’avvocato Carlo Fea di Roma, trascritta nel periodico «Antologia Romana» nel 1795 sotto il titolo ‘Meteorologia’. Tre episodi interessanti ed in particolare quello della caduta di meteoriti riportato anche nella rivista preunitaria ‘Gazzetta Toscana’ (1767-1811).
Alberto Fabbri - nato a Chianciano Terme e avvocato di professione - ha curato varie pubblicazioni ripercorrendo diversi periodi storici della cittadina termale e, tra gli ultimi suoi lavori, ha curato la placchetta sulla chiesa “La Madonna della Rosa” - chiesa disegnata da Baldassarre Lanci (Urbino 1510-1571, ingegnere militare, architetto e inventore) - che si trova fuori “Porta del Sole” sempre di Chianciano Terme. La placchetta è inserita nella Collana divulgativa “Ad Loca Mariana”, i luoghi della Madonna dedicati al culto mariano, edita dall’Istituto per la Valorizzazione delle Abbazie Storiche della Toscana (numero 8, luglio 2020), prestigiosa collana che recupera il valore storico ed artistico di eremi, santuari, oratori e chiese dedicati al culto mariano, spesso poco noti agli stessi fedeli.
Leonardo Massimiliano De Vegni (Chianciano, 12 ottobre 1731 – Roma, 22 settembre 1801), disegnatore, poeta, scienziato, laureato in “Diritto canonico” all’Università di Siena, ha lasciato, soprattutto nel campo dell’architettura opere e progetti e a Chianciano Terme la sua presenza è tangibile, come la realizzazione di un bassorilievo, l'unico certo ancora conservato, posizionato in una delle porte di accesso al centro storico di Chianciano Terme “Porta del Sole”, ma anche nella toponomastica di luoghi, come la sala a lui dedicata in pieno centro storico. Tra il 1750 e il 1757 ricevette alcuni incarichi di carattere giuridico dal Comune di Chianciano.
Nel 1757, alla morte del padre, De Vegni poté finalmente dedicarsi alle materie che più lo interessavano: cominciò così ad applicarsi con serietà allo studio del disegno, prendendo lezioni dal pittore Domenico Barsotti di Lucca, e alle ricerche sulla "plastica dei tartari" (una sorta di marmo artificiale ma naturale), un metodo particolare per ottenere forme a fini tecnici o artistici servendosi dei depositi calcarei delle sorgenti situate nel suo podere in Bagni di San Filippo, vicino a Castiglione d'Orcia. Con questa tecnica, nel 1771, realizzò sei bassorilievi da applicare sopra sei finestre del padiglione della Meridiana di Palazzo Pitti a Firenze, di cui ora non rimane traccia; in seguito ne produsse uno per la “Fonte” di Seggiano, e un altro ancora per la “Porta a Sole” a Chianciano Terme, l'unico esemplare che ci è pervenuto, in cui è raffigurato il busto di profilo del “Cristo”.
La fabbrica per la produzione di motivi decorativi in "tartaro", che il De Vegni impiantò con Girolamo Gherardini e G. Pagliari, diventò famosa tanto che fu visitata dal granduca Pietro Leopoldo il 25 ottobre 1769. La fortuna della “plastica dei tartari” continuò ben oltre la vita del De Vegni, tanto da divenire una vera e propria fiorente industria, i cui pezzi oltre ad essere acquistati dai visitatori dei Bagni di San Filippo, venivano esportati anche in America.